Poggio dei Boschi. Casa Boni. Nibbio. Tideri. Paesi facenti parte di una realta' frazionata nel panorama abitativo della Valle del Randaragna. Gli abitanti di ogni paese facevano riferimento alla propria piccola comunita', con i suoi tratti caratteristici e i suoi simboli. Ebbene, in questo scenario di identita' cosi' ben distinte, un'effige funge da comune denominatore tra i paesi di questi crinali: la Rosa Celtica, detta anche Sole Delle Alpi. Notata la prima volta, e' impossibile non rilevarne la significativa presenza su numerosi edifici di diverse epoche.

La Rosa Celtica campeggia ovunque negli abitati, e mai in posizione secondaria. Compare sulle pietre in testa alle porte d'entrata delle case, nei contorni delle finestre piu' in vista. Appare al fianco della Croce, componendo un accostamento di valore sacrale. Viene inserita nei contesti principalmente rappresentativi, spiccando addirittura nelle effigi familiari di alcune casate, come nel caso dei Taruffi. Assunti tutti questi elementi, riesce difficile pensare che questa misteriosa combinazione di linee fosse usata dagli abitanti dei nostri monti soltanto come un motivo decorativo, di cui non si conoscesse nessuno degli antichi significati. Riteniamo ragionevole pensare invece che, secolo dopo secolo, le persone abbiano apposto ed inciso questa effige per amore e rispetto verso cio' che per loro rappresentava. Le foto che qui riportiamo sono state tutte scattate nei paesi della Valle del Randaragna.

Architrave al Nibbio

Questo simbolo e' diventato familiare alle grandi masse soltanto da pochi anni, come emblema di un partito politico: la Lega Nord. In realta' questa sua recente comparsa sulle bandiere di tale movimento popolare e' l'approdo nella vita pubblica contemporanea di un simbolo che porta con se una storia antichissima, e molteplici significati ai quali molti popoli si affidano da sempre. Partiamo dal nome. Il "Sole delle Alpi" e' una denominazione recente, risalente agli anni novanta. Andando a ritroso nel tempo lo troviamo infatti identificato con diversi nomi. Fiore a Sei Petali (ne esistono tuttavia rare varianti a 8 petali ), Rosa dei Pastori. Rosa Carolingia nell'Alto Medioevo, anche se arretrando ancora un poco la troviamo raffigurata su alcune medaglie della dinastia che precedette i Carolingi: la misteriosa stirpe dei Merovingi. Un'altro nome rimanda a radici ancor piu' ancestrali: Rosa Celtica. Pur comparendo misteriosamente nelle zone piu' disparate del mondo, dall'India alla Cina alle vette dell'Himalaya, e' appunto nelle aree di antica occupazione celtica che questo simbolo e' sistematicamente presente . I significati che gli antichi attribuivano a questa combinazione di linee sono molteplici. Era il simbolo del sole, portatore di vita, luce e calore. Rappresentava la ruota della vita, nel susseguirsi delle sue stagioni. Altresi', come metafora di rotazione funge da testa di ponte tra le radici storiche del passato e il cammino verso il futuro. Ispirava inoltre a prendere esempio nella propria vita da un fiore, la stella alpina, che cresce forte e pulita anche nelle condizioni piu' aspre. Dal punto di vista spirituale e' un richiamo a Gesu' Cristo, e nemmeno il numero dei petali e' casuale. Il sei e' il numero della Creazione e dei giorni in cui e' avvenuta, il numero di vertici nella "Stella di Davide", il doppio del numero perfetto e la somma dei primi tre numeri.

Il Simbolo della Casata dei Taruffi

Sopra l'entrata di una casa del Poggio dei Boschi

Concio angolare a Casa Boni

Finestra a Tideri

Stemma Familiare al Poggio dei Boschi

Facciata di un edificio vicino alla chiesa del Poggio dei Boschi

Articolo a cura del signor (mio padre) Claudio Taruffi

 

 


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