Sancte Michael Archangele,

defende nos in proelio;

contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.

Imperet illi Deus,

supplices deprecamur: tuque,

Princeps militiae caelestis,

Satanam aliosque spiritus malignos,

qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,

divina virtute in infernum detrude.

Amen.

 
 San Michele Arcangelo,

difendici nella battaglia;

sii nostro aiuto contro la cattiveria e le insidie del demonio.

Gli comandi Iddio,

supplichevoli ti preghiamo:

tu, che sei il Principe della milizia celeste,

con la forza divina rinchiudi nell'inferno Satana

e gli altri spiriti maligni

che girano il mondo

per portare le anime alla dannazione.

Amen.

Correva l'anno 1702. Dodici capifamiglia del Poggio dei Boschi , Giacomo Taruffi fu Marco, Caterina Taruffi vedova di Antonio Taruffi, Lorenzo Taruffi fu Giovan Maria, Giovan Maria Taruffi fu Sebastiano, Bartolomeo Taruffi fu Sante, Giovanni Taruffi fu Lorenzo, i fratelli Taruffi Giovanni (sacerdote) e Andrea figli del fu Stefano, Matteo Taruffi fu Pietro, Serachioli Marco fu Olivo e i fratelli Carlo e Giacomo Serachioli fu Silvestro, si assumono l'impegno di fondare un oratorio, intitolato a San Michele Arcangelo. Divenne il luogo di culto degli abitanti del Poggio, che in quei tempi contava una quarantina di famiglie, per un totale di 200 persone.

 

Nel 1703 i fondatori donarono all'oratorio "tanto terreno castagneto per valore ciascheduno di L. 100 di quattrini e 115 pecore, delle quali beni e frutti che servira', il cappellano pro tempore debba celebrare tante Messe li giorni festivi e secondo l'entrata che vi sarà".

 

In origine l'Oratorio del Poggio era privo delle Cappelle laterali (costruite nel 1850) e due metri e mezzo più corto. Il campanile fu rialzato nel 1818 e nel 1904 fu rifatta la Cappella della Madonna.

 

In queste rare fotografie possiamo osservare la Chiesa nel suo originario aspetto.


 

Il Culto Micaelico

 

"mi ka el". "Chi e' come Dio". Questa domanda retorica che compone il nome dell'Arcangelo fu, secondo tradizione, il grido di battaglia delle Legioni Celesti che si scagliarono contro Lucifero e i suoi seguaci. La guerra fu scatenata dall'ambizione di quest'ultimo di mettersi al pari di Dio, e con Michele come condottiero le schiere fedeli al Signore sconfissero gli angeli traditori, precipitandoli negli Inferi.

Molti Santi della fede Cristiana sono oggetto di devozione popolare. Spesso sono legati a culti locali, impregnati di tradizioni e credenze che creano il particolare ed unico rapporto di affetto tra le persone e il "proprio" Santo Patrono. In questo contesto, in cui risiede forse una delle espressioni piu' spontanee e genuine del sentimento di Fede, si puo' identificare una ristretta cerchia di Santi verso cui la venerazione popolare e' particolarmente radicata. Il culto micaelico, di origini antichissime e precristiane, ricopre tra questi una posizione di assoluto rilievo. Affermatasi in Oriente, la venerazione di San Michele prese piede in Europa gia' durante l'ultimo periodo dell'Impero Romano, al punto che nel 494 vediamo sorgere la prima chiesa di Roma dedicata all'Arcangelo. In questo secolo il Culto Micaelico si espande in tutta la penisola Italica. Durante l'Alto MedioEvo la venerazione del Santo si espande in Europa sulle vie itineranti dei monaci celti, toccando tra l'altro le vette delle Alpi Bavaresi, costellate di santuari a lui intitolati. In Normandia sorge il santuario di Mont-Saint-Michel. Da notare il fatto che a San Michele si dedichino sempre luoghi d'altura, essendo considerato il protettore delle zone montane. Grandi devoti dell'Arcangelo furono i Longobardi, che dopo la loro conversione al Cristianesimo riconobbero nel Santo le virtù di Odino, il Dio principale delle religioni norrene.

 

 


 


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